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Come diventare piu creativo usando l'accordatura in drop D

di Massimo Canonaco


Usando l’accordatura tradizionale per chitarra a sei corde (Mi, La, Re, Sol, Si, Mi) si possono suonare quasi tutti gli accordi. Ma in alcuni casi tutti i chitarristi cercano qualcosa di nuovo per le proprie composizioni, e al contempo vogliono che gli accordi, anche cambiando accordatura, contengano le stesse note. Ovviamente, come vedremo, questo è possibile.Oggi ti mostrerò come trovare sonorità fresche e nuove grazie all’utilizzo dell’accordatura in drop D (o accordatura ibrida di Re). Si tratta di un’accordatura ibrida: la chitarra è accordata come al solito, tranne il Mi basso che viene accordato in Re. Di conseguenza, il risultato, partendo dalla corda più bassa, è il seguente:

Re La Re Sol Si Mi, o D A D G B E nella notazione anglosassone.

Ma perché dovresti utilizzare questa accordatura?

In generale, è preferibile utilizzare questa accordatura per ritmiche o arpeggi. Le scale (tre note per corda) sono un po’ più difficili da suonare, ma ci sono molti pattern che con l’accordatura classica sono molto difficili, mentre in questa nuova accordatura diventano semplici. Anche gli arpeggi classici su sei corde (senza inversioni) sono più facili da suonare in drop D.

Comunque ci sono svariati motivi per cui dovresti provare quest’accordatura, anche a dipendenza del genere che suoni. Quest’accordatura si può applicare in tutti i generi musicali. Qui sotto troverai alcuni vantaggi di questa accordatura che ho scoperto negli anni, dai primi anni ’90, quando questa accordatura tornava a essere popolare tra i chitarristi rock e metal emergenti e non. In realtà i primi esempi di utilizzo di questa accordatura nel rock moderno che mi vengono in mente non sono così recenti. Basti pensare a Neil Young, ai Led Zeppelin (Moby Dick ad esempio) o ai Black Sabbath. Oggi vedremo alcune specificità interessanti di quest’accordatura.

Power chords su tre ottave

Con la chitarra accordata in drop D puoi suonare facilmente i normali power chords in maniera che la tonica e la quinta siano estese su tre ottave. Questo dà agli accordi un suono ricco e pieno, usando solo due note. In effetti, se enfatizzi la tonica e la quinta ripetendole, l’impressione è quella che tu stia suonando un accordo molto complesso… in realtà stai facendo proprio l’opposto: lasci molto spazio per un assolo o una seconda voce, perché stai sempre utilizzando un accordo di quinta, anche se esteso su cinque o sei corde. Inoltre, come noterai, l’accordo resterà ben definito anche utilizzando molta distorsione o overdrive. Se suoni in una band e vuoi utilizzare questo tipo di accordi – e questo è vero per ogni riff composto da power chords – puoi ottenere risultati interessanti se il bassista utilizza la terza che tu ometti nell’accordo, per definire la chiave in cui suoni, che altrimenti potrebbe restare indefinita utilizzando solo power chords.

Qui sotto trovi l’accordo di quinta su 5 e 6 corde (battute 1 e 2) e la versione con la triade completa, ovvero per l’accordo maggiore e minore (battute 3 e 4).

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Accordi di settima su tre ottave


Anche gli accordi di settima diventano molto facili da suonare, soprattutto in alcune forme particolari, per via dei principi appena spiegati. Per esempio, ecco uno dei miei accordi di settima preferito.

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In pratica si tratta di un accordo di settima maggiore (Gmaj7 o Sol magg7), senza la terza. Ma quello che rende questo accordo così particolare, non è tanto il fatto che manca la terza. Il fatto interessante è che la settima si trova a quasi tre ottave dalla tonica (sulla sesta corda). Certo, il fatto che manca la terza può lasciare spazio a più soluzioni armoniche. Questa distanza tra tonica e settima renderà l’accordo molto chiaro, anche con un’overdrive poco compressa o molto low-fi. E come avrai notato, per passare dall’accordo visto sopra a questo nuovo accordo, ti basterà muovere il mignolo un semitono indietro. Certamente puoi beneficiare di questa distanza tra settima e tonica anche con degli accordi di settima completi, purché la terza sia almeno a un’ottava di distanza dalla tonica.

Il suono del Re basso e i power chords con un solo dito

Con questa nuova accordatura, oltre ad avere un suono più cattivo, grazie al Re, potrai suonare i power chords su tre corde (sesta, quinta e quarta corda) con un solo dito. Ad esempio sul settimo tasto hai il La5 (La, Mi, La), utilizzando un semplice barré sul settimo tasto e solo su queste tre corde, altrimenti aggiungeresti dei gradi all’accordo. Questo permette di suonare dei passaggi che con l’accordatura tradizionale suonavi a note singole, utilizzando dei power chords.

Accordi con un suono unico

Utilizzando l’accordatura in drop D, puoi utilizzare alcune forme molto interessanti di accordo, sempre utilizzando solo la sesta, la quinta e la quarta corda. Queste forme sono quasi impossibili da suonare nella stessa maniera nell’accordatura tradizionale in Mi. In pratica puoi ottenere l’accordo maggiore e minore spostando la terza dell’accordo sulla quarta corda. Mettiamo che tu voglia suonare l’accordo di La minore: essendo la sesta e la quarta corda accordate in Re, la terza (come ogni altra nota) si troverà sullo stesso tasto sulla sesta e sulla quarta corda. Quindi per ottenere il La avrai, partendo dal basso: La, 7° tasto sulla 6a corda, Mi, 7° tasto sulla 5a corda e Do sul 10° tasto della 4a corda. Ancora una volta, il suono è così particolare perché anche se stai utilizzando solo tre corde, la terza è posta molto lontano dalla tonica. Ma proprio perché stai utilizzando solo tre corde, il suono è molto diverso da quello dell’accordo maggiore o minore suonato sulla convenzionale accordatura di Mi, con cui ti servirebbero quattro corde, a meno di non portare il mignolo in posizioni molto estreme. E il suono resta ancora diverso.

Sequenze con power chords distanti una quinta diminuita tra loro

Con la nostra nuova accordatura è ora più semplice combinare dei power chords che sono distanti una quinta diminuita tra loro (ad esempio Re5 e Lab5). Per intenderci con l’accordatura tradizionale avresti utilizzato la cosiddetta tecnica “spider chord” o “spider hand” (credo che il nome curioso lo abbia inventato Dave Mustaine dei Megadeth). Nel nostro caso le cose si semplificano parecchio. Se ad esempio voglio suonare un accordo di Re5 seguito dall’accordo di Lab5 (La bemolle) posso procedere così: suono dapprima il power chord di Re sulla quinta corda quinto tasto e quarta corda settimo tasto (usando indice e anulare). Per passare al Lab5 utilizzerò un barré sulla sesta e quinta corda (6° tasto). Questo rende il passaggio tra gli accordi molto veloce e pulito.

Accordi sospesi di seconda

Gli accordi sospesi di seconda (contenente i gradi 1,2,5) diventano molto semplici da suonare, sempre utilizzando solo la sesta, la quinta e la quarta corda. Ad esempio per suonare l’accordo Fasus2 (o Fsus2) in drop D, fai un barré sul terzo tasto e poi metti l’anulare sul 5°tasto della terza corda. Otterrai, partendo dalla corda più bassa un Fa, un Do e un Sol (FGC). Puoi spostare il mignolo sul 7° tasto della quarta corda per passare ad un normale Fa maggiore (suonando le note Fa, Do e La)

Intervalli di sesta o rivolti di terza

Se ti piace il metal, diverrà più facile utilizzare i bicordi con intervalli di sesta maggiore o minore, utilizzando la sesta e la quinta corda, per ottenere quell’atmosfera di pesantezza e disperazione tipica del death metal melodico (se conosci gli Opeth sai di cosa parlo). Puoi anche alternare delle triplette sulla sesta e sulla quinta corda, ascendendo o discendendo cromaticamente. Con un accordatura tradizionale dovresti distendere le dita molto di più.

"Multi-accordi"

In generale, proprio grazie al Re, puoi costruire gli accordi in maniera da combinare due accordi in uno, utilizzando tre ottave per combinare due accordi. Questo sistema può essere molto utile se sei o se vuoi essere l’unico chitarrista del gruppo, ma vuoi comunque ricercare delle armonie più ricche, mantenendo il power chord sulla sesta e quinta corda come dovrebbe essere: potente.

Cadenze diatoniche

Eseguire queste cadenze in maniera efficace in un contesto metal o rock diviene più facile in drop D. Ad esempio prendiamo la progressione classica i VI VII vii° i (o i VI VII i vii° i) in chiave minore naturale. Proprio per eseguire la cadenza è stato aggiunto l’accordo vii°. Per passare dall’accordo VII al vii° devi solo muovere il dito sulla sesta corda un tasto più in su. Qui sotto trovi un esempio in chiave di Si minore, utilizzando gli accordi Bm o Sim (i), G o Sol (VI), A o La (VII) e infine La#dim o A#dim (vii°).

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Se vuoi puoi aggiungere l’accordo di Fa magg per creare la cadenza V-i, suonandolo in rivolto (8-9-11, partendo dalla sesta corda). Otterresti la progressione Bm o Sim (i), G o Sol (VI), A o La (VII), La#dim o A#dim (vii°) e infine Fa magg o F (V).

Scale - Sequenze con un solo pattern

Nella prima parte dell’articolo abbiamo detto che suonare le scale tre note per corda in maniera convenzionale può risultare un po’ più difficile in drop D. Tuttavia, vi sono alcune sequenze molto interessanti che diventano più facili da suonare in drop D. Ad esempio puoi utilizzare questa sequenza utilizzando sempre lo stesso pattern su tutte le corde e restando sempre in chiave (nel nostro caso in La maggiore):

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Tipo di corde e problemi di accordatura

Un ultima parola va spesa per risolvere alcuni problemi “pratici” che si possono incontrare utilizzando l’accordatura in drop D. Quando accordi il tuo strumento:

Spero che queste indicazioni ti siano utili per rendere le tue composizioni più creative. Per saperne di più sull’argomento, contattami qui.

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